Un po’ di storia sulla sicurezza sul lavoro
Ripercorriamo le tappe fondamentali della storia per la quale siamo giunti all’attuale normativa in materia di sicurezza sul lavoro
Se oggi esistono delle figure preposte alla sicurezza nei luoghi di lavoro che devono essere formate tramite corsi per lavoratori sulla sicurezza sul lavoro obbligatori e specifici, oppure tramite corsi sicurezza online. come il Testo Unico sulla Sicurezza ci ricorda, si deve al fatto che fin dall’antichità questa è stata una materia oggetto di numerosi studi e dibattiti.
Infatti già nel IV secolo a.c. Ippocrate si occupava del rapporto tra lavoro e malattie, insegnando ai suoi discepoli d’informarsi sempre del mestiere dei loro pazienti per meglio diagnosticare le malattie. Proviamo quindi a ripercorre le tappe sull’evoluzione del percorso che ha portato all’odierna normativa sulla sicurezza sul lavoro che prevede sia la formazione che l’aggiornamento corso per lavoratori.
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La sicurezza dal Medioevo al ‘700
Nel medioevo operavano le corporazioni di arti e mestieri che assistevano i propri associati garantendo loro cure ed assistenza. Nel 1556 fu pubblicato postumo il De re metallica dove è contenuto un enorme patrimonio di conoscenze in materia di geologia ma dove si analizzano anche gli infortuni e le malattie, ma si attribuisce all’incapacità dei lavoratori la causa degli infortuni.
Nel 1700, Bernardino Ramazzini pubblicò la prima edizione del suo trattato sulle malattie occupazionali, il primo lavoro del genere in materia.
Contemporaneamente in Inghilterra, prenderà avvio quel processo di trasformazione radicale dell’organizzazione economica e sociale che va sotto il nome di “Rivoluzione industriale”.
Le invenzioni del telaio meccanico e della macchina a vapore trasformarono il lavoro da artigianale in industriale. Sorsero le prime officine nelle quali si reclutavano a lavorare senza nessuna precauzione igienica, donne, adolescenti e anche bambini.
I bambini nelle fabbriche e la regolamentazione del lavoro minorile
Nelle fabbriche i bambini cominciavano a lavorare all’età di 6-7 anni per circa 12 ore al giorno.
Durante il giorno i bambini e gli altri operai rimanevano chiusi nelle fabbriche ad una temperatura di 26-30 gradi in uno spazio molto piccolo, con poca aria e finestre piccole. Molti bambini si ammalavano o si ferivano con le macchine.
C’era solo un intervallo di mezz’ora per la colazione e un altro intervallo di mezz’ora per il pranzo. e se i bambini arrivavano alla fabbrica in ritardo o commettevano qualche sbaglio venivano picchiati dai sorveglianti.
Nel 1833 si regolamenta il lavoro minorile:
- Ragazzi 11-18 anni massimo 12 ore al giorno;
- Ragazzi 9-11 anni massimo 8 ore al giorno;
- Ragazzi al di sotto dei 9 anni divieto di lavoro.
L’evoluzione sulla normativa del lavoro in Italia
1886 – La legge N. 3657 sul lavoro dei fanciulli nelle cave, nelle miniere e negli opifici, vieta il lavoro prima dei nove anni e del lavoro notturno prima dei 12 anni.
1898 – Prime norme per l’assicurazione obbligatoria contro infortuni e malattie professionali – Legge n. 80 del 17/03/1998. Viene introdotto il concetto della fatalità o errore umano nell’accadimento degli infortuni.
1899 – Regolamenti generali e specifici di prevenzione.
- Regio Decreto n. 230 “Regolamento generale per la prevenzione degli infortuni”.
- Regio Decreto n. 231 “Regolamento generale per la prevenzione degli infortuni nella cave e nelle miniere”.
- Regio Decreto n. 232 “Regolamento generale per la prevenzione degli infortuni nelle imprese e nelle industrie che trattano materie esplodenti.
1902 – età minima per lavorare 12 anni
1904 – età minima per lavorare 14 anni.
Prime inchieste sulle condizioni di lavoro di particolari categorie. Si istituisce l’Ispettorato del lavoro.
1906 – Primo Congresso Internazionale di Medicina del Lavoro.
1913 – Regio Decreto n. 998 – Igiene del lavoro nei cantieri per opere pubbliche.
1927 – Regio Decreto n. 147 – Igiene del lavoro nell’impiego dei gas tossici (ancora in vigore).
1928 – Regio Decreto n. 530 – Regolamento generale per l’igiene dle lavoro (abrogato nel 1956 dal DPR 303).
1929 – Regio Decreto n. 928 – Tutela assicurativa contro le malattie professionali.
1930 – Viene emanato il “Codice Penale”, tuttora vigente. Tale legge negli articoli 437 e 451 si occupa di tutela e di sicurezza dei lavoratori, prevedendo pene a chi rimuove o non installa i presidi antinfortunistici.
1934 – Regio Decreto n. 1265 “Testo unico delle leggi sanitarie”. Ancora oggi molti strumenti urbanistici ne fanno riferimento.
1942 – Viene emanato il nuovo “Codice Civile”, ancora oggi in vigore.
La tutela della salute del lavoratore si configura come dovere posto a carico del datore di lavoro (art. 2087).
1947 – Costituzione della Repubblica Italiana.
I diritti dei lavoratori sono richiamati in particolare all’articolo 41: “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana” (omissis).
Articolo 32: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività” (omissis).
Dagli anni 50 ad oggi
Gli anni 50 sono segnati da una grande crescita economica che porta però anche ad un aumento notevole degli infortuni e delle malattie professionali. In questi anni vengono emanati alcuni decreti prevenzionistici di portata generale:
DPR n. 547/55 – Norme per la prevenzione degli infortuni nei luoghi di lavoro.
DPR n. 303/56 – Norme generali sull’igiene del lavoro.
1958 – Il Decreto Ministeriale del 12 settembre istituisce il Registro Infortuni.
1965 – DPR del 30 giugno n. 1124 – Testo unico delle disposizioni per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.
1970 – Legge 20 maggio 1970, n. 300 – Statuto dei lavoratori.
Articolo 9. Tutela della salute e della integrità fisica. I lavoratori, mediante loro rappresentanze, hanno diritto di controllare l’applicazione delle norme per la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali e di promuovere la ricerca, l’elaborazione e l’attuazione di tutte le misure idonee a tutelare la loro salute e la loro integrità fisica.
1978 – L’istituzione del servizio sanitario nazionale con la legge n. 833 del 23 dicembre, individua nelle unità sanitarie locali il controllo e la tutela dell’igiene ambientale e per la prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali;
1982 – Con il DPR n. 962 del 10 settembre entrano in vigore le disposizioni sulle lavorazioni a rischio cancerogeno con il cloruro di vinile monomero.
Si delinea il concetto di valutazione dei rischi. Art. 3 – Il datore di lavoro deve adottare appropriate misure tecniche e organizzative, al fine di ridurre ai valori più bassi le concentrazioni di cloruro monomero cui i lavoratori sono esposti. (omissis)
1991 – In attuazione di direttive comunitarie, viene emanato il Decreto Legislativo 15 agosto 1991, n. 277 in materia di protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici durante il lavoro.
1994 – Il governo italiano, con cinque anni di ritardo rispetto alle direttive europee, emana il decreto legislativo n. 626. La valutazione non è più riferita ad un agente specifico, ma si estende ad una complessiva analisi aziendale. Vengono definiti gli obblighi per il datore di lavoro e i lavoratori, istituisce le figure del responsabile del servizio di prevenzione e protezione e degli addetti, del medico competente (lo stesso incaricato di effettuare la visita medica lavoro) e dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza.
D. Lgs. n. 81/2008 o Testo unico sulla sicurezza
2008 – Al termine di un travagliato percorso, durato 14 anni, entra finalmente in vigore il 15 maggio 2008 il Testo Unico in materia di salute e di sicurezza nei luoghi di lavoro. Con questo testo si riunisce e si semplifica in un unico testo di legge la complessa normativa preesistente.
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